Bologna ottant’anni fa, le immagini inedite della Guerra e della Liberazione

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A cura di Giuseppe Savini
Introduce Alessandro Bergonzoni

Una serata per raccontare la guerra a Bologna attraverso lo sguardo di chi la visse da dietro l’obiettivo.
Una storia che inizia nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1943, quando caddero le prime bombe, e termina il 21 aprile 1945, quando Bologna fu liberata dagli alleati e dalle forze partigiane. 645 giorni in cui la città fu teatro di bombardamenti, arresti, rastrellamenti, omicidi. 645 giorni e 645 notti di dolore, ma anche di coraggio, di vita, di umanità che non voleva cedere all’orrore nazifascista. A condurci in questo percorso sono le immagini conservate negli archivi pubblici e privati cittadini dove sono raccolte le fotografie scattate da chi, in quei mesi, ebbe la voglia, il coraggio e la possibilità di girare per strada con una macchina fotografica o una cinepresa, spesso nascoste in una borsa o sotto l’impermeabile.

Fotografi dilettanti, che nonostante il venir meno di occasioni gioiose o di vacanze continuarono a fotografare; fotoamatori capaci, incuriositi da quello che succedeva attorno; fotografi in divisa che non temevano di sprecare pellicola e professionisti alla ricerca di ingaggi e determinati a crearsi un buon archivio utile per un domani. Sono questi i fotografi che abbiamo incontrato guardando le immagini di quegli anni di guerra: lo Studio Villani, lo Studio Camera, Tito Pasquini, il fotocronista Nino Comaschi, Filippo D’Ajutolo, uomo della resistenza, il newyorkese Robert Schmidt, Giovanni Bonani, medico condotto, il giovane Edo Ansaloni e il suo amico Walter Breveglieri e poi tanti altri, conosciuti e no. La serata è costruita intorno alle loro immagini, da guardare non come semplici illustrazioni, ma come traccia viva del racconto. Perché è proprio grazie a questa molteplicità di sguardi e di intenti che possiamo provare ad avere un’idea di quello che fu. Vedremo la città proteggere i suoi monumenti, i soldati in partenza, i feriti riempire gli ospedali cittadini, le bombe, le macerie, i rifugi, i soldati nemici, i disagi, i vestiti con le toppe, i volti cupi o quelli che facevano finta di niente. Vedremo come la guerra fosse ovunque, ma come fosse ovunque anche la vita che non si arrendeva attaccandosi stretta a tutto quello che trovava.

Immagini fisse e immagini in movimento fino a quel 21 aprile quando tutti i nostri fotografi si ritrovarono in piazza con la cinepresa, con la macchina fotografica e con quell’ultimo rullino che avevano conservato proprio in attesa di quella giornata. Un omaggio a Bologna e ai suoi cittadini. Un omaggio ai fotografi e alla fotografia, strumento di verità e consapevolezza; perché queste immagini non raccontano solo la guerra, raccontano la necessità di doverla ricordare.

Giuseppe Savini


 

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Io Sto Con ETS è felice di mettere a disposizione il progetto Bologna For Community per l’accompagnamento gratuito di persone con fragilità.
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