I sognatori di Bertolucci lo citano perché si sentono come i protagonisti del film: diversi, esclusi, alienati. Certo, la differenza dei freaks di Browning è assai più acuta: deformi e umiliati, prendono il sopravvento in una storia terribile e commovente, la cui data di realizzazione lascia esterrefatti per coraggio e incoscienza. Buona parte del film è infatti dedicata all’osservazione, senza morbosità, della vita quotidiana dei ‘mostri’ di un circo che interpretano sé stessi, per poi raggiungere momenti di un orrore che tocca vette surrealiste. (rm)