Comincia qui la pratica cinematografica ed esistenziale di Truffaut. Il film è autobiografico non quando racconta la verità sulla propria vita ma perché fa sentire chi lo guarda ‘a parte’ di qualcosa, di un discorso intimo o di un tono confidenziale. Truffaut inventa il cinema della nouvelle vague: dire sempre la verità attraverso un sacco di bugie. Quando erano ancora amici, Godard scrisse: “Con I 400 colpi François Truffaut entra nel cinema francese moderno come nel collegio della nostra infanzia” scoprendoci dentro, giustamente, Cocteau, Rossellini, Vigo. (rm)