In Charlot usuraio la destrezza fisica e la mimica di Chaplin si esaltano nello spazio ridotto di un banco dei pegni. Un luogo pieno di oggetti inanimati che il Vagabondo trasforma a suo piacimento, distorcendone la funzione e creando un universo metaforico e antropomorfizzato. Similmente il maniscalco Keaton entra in conflitto con ogni strumento della sua bottega: tra un ferro di cavallo arroventato e una Rolls in frantumi, la sua comicità geometrica e lunare raggiunge una delle sue espressioni più alte.
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