“La seconda parte, che contrappone Vito da giovane (interpretato da Robert De Niro) alla vita di Michael, il suo erede (Al Pacino), abbraccia quasi settant’anni. L’opera completa non è altro che l’ascesa e il declino di una dinastia americana di governanti non ufficiali. […]. L’intero film è pervaso da un senso così complesso della commistione di bene e male – e dell’incapacità di prevedere gli effetti del nostro amore sui nostri figli – da costituire forse l’epopea più sentita e appassionata mai realizzata in questo paese”. (Pauline Kael)