Scorsese prende il romanzo di Nikos Kazantzakis (sceneggiato da Paul Schrader), lo filtra attraverso il cattolicesimo della Little Italy in cui è cresciuto, lo imbeve di suggestioni rock e della musica di Peter Gabriel. Il risultato è un Gesù umanissimo, in lotta con la sua natura divina e il suo destino. Una delle interpretazioni più intense e indimenticabili di Dafoe. “Volevo fare un film su Gesù nell’Ottava strada, qualcosa di simile all’Accattone di Pasolini. Il pappone protagonista rappresenta tutti noi. È la nostra condizione mortale. E quando muore, in un certo senso, è come quando muore Gesù” (Martin Scorsese).