Maggiori dettagli su:
“Salutato alla sua uscita come un film di cruciale importanza dalla rivista ‘Film Culture’, Ombre porta su di sé i segni di certo cinema americano, lontano da Hollywood. Il documentario urbano, la lezione ‘antropologica’ di Maya Deren sono state perfettamente digerite da Cassavetes. Su queste fondamenta, egli inserisce la sua passione per il gioco degli attori, che affinerà nei film a venire, a partire da Faces. Il jazz con la sua frenesia sincopata guida il montaggio. Visite al museo. L’enigma di alcune sculture unito allo splendore improvviso di certi primi piani sui volti. Cinema”. (Rinaldo Censi)