Australia, 1900. Durante una gita, un gruppo di ragazze di un collegio femminile scompare misteriosamente. Dall’omonimo romanzo di Joan Lindsay, il film che ha portato alla ribalta internazionale Peter Weir e il cinema australiano. “Uno studio sulla repressione” (Guido Fink) fatto di atmosfere sospese e perturbanti, di una natura abbagliante e misteriosa, di un’inquietudine indicibile sapientemente costruita attraverso immagini e colonna sonora. “Abbiamo lavorato molto duramente per creare un ritmo allucinato e ipnotico, così da far perdere la consapevolezza degli eventi. Ho fatto tutto quello che potevo per ipnotizzare lo spettatore e tenerlo lontano da ogni possibile spiegazione” (Peter Weir).