Blacklisted

“Star di serie B” e “politologo fallito”: è così che Donald Trump ha definito George Clooney dopo che il divo, anima liberal e sostenitore democratico, ha segnalato le condizioni critiche della libertà di espressione negli USA. Quello tra governo e stampa è “uno scontro epocale” dice Clooney, impegnato a Broadway nella versione teatrale del suo Good Night, and Good Luck, il film sull’anchorman Edward Murrow che negli anni Cinquanta fu spina nel fianco del senatore Joseph McCarthy. Ci è sembrato che proprio il film di Clooney fosse il giusto punto di partenza per provare a raccontare le radici e gli effetti di quella vergogna nazionale che va sotto il nome di Comitato per le attività antiamericane: una vera e propria persecuzione, capace di fomentare il sospetto e incentivare la delazione, che colpì, oltre a politici e dipendenti statali, anche tanti protagonisti della Hollywood del dopoguerra. Sceneggiatori e registi, attori e attrici, finiti nel mirino della folle caccia alle streghe anticomunista. Un incubo oscuro che sembrava figlio di un passato distopico, e che invece appare oggi così spaventosamente reale.