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Il decennio che ha aperto gli anni Duemila è stato uno snodo cruciale per il cinema d’autore del nuovo millennio. Mentre in testa alle classifiche svettavano i vari capitoli delle saghe di Harry Potter, Il Signore degli anelli, Spider-Man o I pirati dei Caraibi, autori affermati come David Lynch, Tim Burton o i fratelli Coen arrivavano nelle sale con capitoli fondamentali delle rispettive filmografie. Al contempo si affacciavano alla ribalta autori, da Christopher Nolan a Sofia Coppola, che avrebbero lasciato un’impronta indelebile sul cinema dei decenni successivi. E se nella rappresentazione della società americana non possiamo non leggere in filigrana il trauma epocale che ha aperto il nuovo secolo, l’11 settembre, la decostruzione e l’instabilità delle narrazioni ci parlano di un mondo che fronteggia cambiamenti di portata storica.
(The Royal Tenenbaums, USA/2001) di Wes Anderson (110′)
(No Country for Old Men, USA/2007) di Joel e Ethan Coen (122′)
(USA/2001) di David Lynch (145′)
(USA/2001) di Richard Kelly (133′)
(USA/2005) di Ang Lee (134′)
(The Royal Tenenbaums, USA/2001) di Wes Anderson (110′)
(USA-Giappone/2003) di Sofia Coppola (102′)
(25th Hour, USA/2002) di Spike Lee (134′)
(USA-Germania/2005) di David Cronenberg (96′)
(USA/1999) di Paul Thomas Anderson
(USA/2000) di Christopher Nolan (113′)