Gian Maria Volonté,
attore dai mille volti

Racconta Sergio Leone che quando lo propose per il ruolo di Ramón, uno dei produttori gli diede del matto. Fino ad allora Gian Maria Volonté aveva soprattutto calcato i palcoscenici del teatro, a cui aveva affiancato il cinema dai primi anni Sessanta, lavorando con Zurlini, i Taviani, Orsini, De Bosio. E invece proprio la strana coppia formata dal silenzioso e impassibile Eastwood e dal sanguigno e impetuoso Volonté fu uno dei punti di forza di Per un pugno di dollari. Entro fine decennio Volonté si affermerà come uno dei maggiori interpreti del cinema italiano. Poliedrico, intelligente, inquieto, passa dal film d’autore alla commedia (L’armata Brancaleone). Politicamente impegnato, diventa volto-simbolo del cinema civile, incarnando figure opposte come il commissario di Indagine e il Lulù di La classe operaia va in paradiso per Petri, Bartolomeo Vanzetti per Montaldo, Lucky Luciano ed Enrico Mattei per Rosi.
Lo ricordiamo a trent’anni dalla scomparsa, avvenuta durante le riprese di Lo sguardo di Ulisse di Anghelopoulos.