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Quando entrò per la prima volta in un manicomio, nel 1961, Franco Basaglia pensò immediatamente al carcere fascista conosciuto da ragazzo. Rifiutò di firmare gli ordini di contenzione e iniziò subito l’opera di trasformazione dei luoghi e delle logiche manicomiali: l’eliminazione delle camicie di forza e dei lacci nei letti, delle ‘terapie’ a base di elettroshock e insulina, degli ambienti malsani, della denutrizione. Voleva creare nel paese una coscienza sanitaria, che poi è coscienza democratica, e per farlo sapeva quanto fosse necessario raccontare non solo l’orrore dei manicomi – per chiuderli mai più riaprirli – ma anche le storie delle persone che ci vivevano, ritrovandone le identità perdute. Invita giornalisti e cineasti a testimoniare la rivoluzione in atto. Autori come Bellocchio, Agosti, Depardon varcano i cancelli dei manicomi: oltre a documentare, il loro cinema diventa motore del cambiamento. A 100 anni dalla nascita di Basaglia vogliamo ricordarlo con alcuni di quei film, riportando in sala l’attualità del suo pensiero.
(Italia/2022) di Erika Rossi (58′)
(Italia/1974) di Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli e Sandro Petraglia (135′)
(One Flew Over the Cuckoo’s Nest, USA/1975) di Miloš Forman (129′)
(Francia/1982) di Raymond Depardon e Sophie Ristelhueber (90′)
(USA/1967) di Frederick Wiseman (84′)