Libertà e paura.
Il nuovo cinema americano secondo Franco La Polla

In occasione dell’omaggio a Robert Altman, viene spontaneo tornare al ricordo di un critico e studioso che ci ha fatto capire il cinema americano meglio di chiunque altro: Franco La Polla. Per costruire un contorno a M*A*S*H abbiamo quindi pescato cinque tra le opere statunitensi anni Settanta più amate e meglio analizzate dall’indimenticato intellettuale bolognese. Tra i nomi troviamo Sam Peckinpah, con la sua poetica della violenza come grimaldello per comprendere gli esseri umani e l’intima brutalità della società americana (Cane di paglia). Poi l’epico e malinconico Yakuza di Sydney Pollack, talmente stimato da La Polla che talvolta i suoi allievi immaginavano scherzosamente che esistesse una sola persona di nome Frank La Pollack. E poi la poetica della nostalgia e dell’iperrealismo, con Peter Bogdanovich e il suo Ultimo spettacolo di un cinema che stava cambiando pelle. Agli antipodi di Hollywood, infine, gli altri registi convocati: l’umorismo coltissimo del primo Woody Allen e il senso di avventura biblica di Steven Spielberg, rispettivamente con Amore e guerra e Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Roy Menarini

Programma della rassegna