La conversazione

(The Conversation, USA/1974) di Francis Ford Coppola (113')
La conversazione

(The Conversation, USA/1974) di Francis Ford Coppola (113')

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Coppola, che aveva cominciato a lavorare alla Conversazione nel 1966, è affascinato dalle invenzioni nel campo dello spionaggio, in particolare dalle intercettazioni tra la folla eseguite con sofisticati microfoni direzionali. Un interesse che notiamo sin dalla prima sequenza in cui Harry Caul ascolta una coppia di adulteri in piena Union Square a San Francisco. Il film è, almeno apparentemente, agli antipodi del Padrino: è la storia di un uomo, brillante nel suo lavoro ma mediocre nella vita affettiva, che si ritrova in un affare più grande di lui che aumenta ancor di più il suo senso di inadeguatezza. Gene Hackman, volto impassibile, baffi, impermeabile grigio, risponde con abnegazione al nome di Caul. Non vi è nessuna grandezza nel personaggio di questo professionista che esegue i suoi incarichi a occhi chiusi ed è troppo sospettoso per fidarsi di chiunque, concorrenti, amici, amanti. Ma a un tratto si spezza qualcosa: il suo lavoro di investigatore privato provoca la morte di una donna e di un bambino e quando un’altra vicenda minaccia di prendere la stessa piega, Harry Caul è in preda ai demoni della sua coscienza. [...]

Senso di colpa, cattiva coscienza, ripetizione: la trama sembra richiamare più Brian De Palma che i deliri di grandezza di Coppola. Non a caso La conversazione è uno dei film preferiti di De Palma, che lo cita apertamente in Blow Out (1981) nella scena in cui un tecnico del suono diventa testimone dell’omicidio di un politico. I due film germogliano da un terreno fertile comune: quello di Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni, in cui un fotografo immortala un assassinio senza neppure accorgersene. I tre film condividono le medesime tematiche: un uomo solitario si rinchiude nella propria stanza da lavoro per ritrovare ciò che gli è sfuggito sul momento; questa ricerca forsennata conduce a delle prove, ma questo non basta a salvare le persone minacciate; l’apprendista detective, concentrato sui particolari, abbandona il mondo per rifugiarsi in una realtà parallela. Sa tutto, tuttavia è incapace di trasporre questo sapere sul piano della realtà. Sono uomini che, proprio come il fotografo nell’ultima inquadratura di Blow-up, scompaiono. 

 

Stéphane Delorme, Francis Ford Coppola, “Cahiers du cinéma”, Parigi 2002


 

Precede
Le Muet à la parole, le Cronophone Gaumont D.: 4’

(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Modernissimo e al Cinema Jolly)
Serata promossa da Mare Termale Bolognese

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