Bianca

(Italia/1984) di Nanni Moretti (95')
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Bianca

(Italia/1984) di Nanni Moretti (95')

Con: Nanni Moretti

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Regia e soggetto: Nanni Moretti. Sceneggiatura: Nanni Moretti, Sandro Petraglia. Fotografia: Luciano Tovoli. Montaggio: Mirco Garrone. Scenografia: Giorgio Luppi, Marco Luppi. Musica: Franco Piersanti. Interpreti: Nanni Moretti (Michele Apicella), Laura Morante (Bianca), Roberto Vezzosi (commissario), Remo Remotti (Siro Siri), Dario Cantarelli (il preside), Enrica Maria Modugno (Aurora), Vincenzo Salemme (Massimiliano), Claudio Bigagli (Ignazio), Margherita Sestito (Maria). Produzione: Faso Film, Reteitalia. Durata: 95’

Michele in Bianca combatte contro la superficialità dei sentimenti, contro il disimpegno amoroso, e lo fa, se non come una missione, come un sacerdozio. Idealizza la felicità degli altri, e quasi aspira ad essere un direttore artistico della loro vita privata. Per lui tutto è bene o male, senza nessuna sfumatura, e in questa ricerca dell’assoluto, di una felicità immediata e totale, perde di vista la realtà, non la accetta e non prova neanche a costruire un rapporto d’amore. Ha paura di soffrire, quindi si rifiuta di vivere.

Nanni Moretti


Bianca è il film più tipico di Nanni Moretti e contemporaneamente quello meno classificabile. […]
Primo: si tratta di un’opera che rimane una delle più amate dal pubblico e dagli appassionati del regista. Secondo: è l’unico film di Moretti che – commedia a parte – sembra confrontarsi con un genere, in questo caso quello del ‘giallo’. Terzo: le interpretazioni su Bianca sono numerosissime, segno di una stratificazione di letture e di una densità del testo tuttora evidenti.
Un’altra proficua sovrapposizione del film è quella che si crea tra l’aspetto teorico ampiamente suggerito dal cineasta e l’obiettivo romanzesco che si prefigge: Bianca è una delle opere più tragiche e disperate del cinema italiano recente, che (come si sa) non gestisce con facilità l’elemento del dramma psicologico. Più vicino ai film intimisti di Antonioni, Lattuada, Zurlini, di quanto non sia prossimo alla commedia all’italiana, Bianca è un film che cerca l’assoluto. Si tratta della descrizione di una infelicità, del ritratto di un uomo che non accetta il mondo così com’è, di una dichiarazione di ‘inappartenenza’ alla società umana. In palio c’è dunque il tema esistenziale primario, la ricerca dell’essere. Nel Michele Apicella qui declinato – oltre alla consueta fusione di elementi autobiografici extratestuali, espressioni del sé, raffigurazioni freudiane dell’Io, e straniamenti del personaggio narratore Nanni/Michele – ci sono probabilmente i grandi personaggi della letteratura russa, da Oblomov all’Idiota. […]
Sorprende e colpisce il lavoro sul realismo, sulla messa in scena e sulle forme dell’astrazione realizzato da Moretti in questo film. Mai come in Bianca il cinema di Moretti ha messo in crisi le convenzioni rappresentative della tradizione italiana. Il film sembra, infatti, suggerire un ingresso semplificato alla narrazione e alla messa in scena e tuttavia denegarlo di continuo attraverso ingigantimenti, paradossi, moltiplicazioni e astrazioni che – tutte insieme – giungono a un diverso livello di espressione. […] Bianca è un po’ il centro gravitazionale della carriera del regista. Si pone in fondo come film nel quale lo sbilanciamento verso l’autobiografia è meno pronunciato che negli anni Novanta, dove il ruolo della scrittura sembra più contenuto che negli ultimi film, dove le urgenze rivoltose degli esordi si stemperano in una visione universale.

Roy Menarini

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Film in lingua italiana

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