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(Casino, USA/1995) di Martin Scorsese (178')
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(Casino, USA/1995) di Martin Scorsese (178')

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Cinefilia Ritrovata - Casinò
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Regia: Martin Scorsese. Soggetto: Nicholas Pileggi. Sceneggiatura: Nicholas Pileggi, Martin Scorsese. Fotografia: Robert Richardson. Montaggio: Thelma Schoonmaker. Scenografia: Dante Ferretti. Interpreti: Robert De Niro (Sam ‘Ace’ Rothstein), Sharon Stone (Ginger McKenna), Joe Pesci (Nicky Santoro), James Woods (Lester Diamond), Frank Vincent (Frank Marino), Pasquale Cajano (Remo Gaggi), Kevin Pollak (Phillip Green), Don Rickles (Billy Sherbert), Vinny Vella (Artie Piscano), Alan King (Andy Stone). Produzione: Universal Pictures/Syalis Da/Légende Entreprises/De Fina/Cappa. Durata: 178’. Copia proveniente da Universal


 


Quello che mi interessava di Las Vegas era l’idea dell’eccesso, del non avere limiti. Le modalità con cui si può avere successo a Las Vegas non possono esistere in altre città. Quello che abbiamo mostrato nel film è la fine di un vecchio modo di agire e la maniera in cui è finito. I protagonisti di questa scalata al successo erano così pieni di orgoglio da volere sempre di più. […] Il nucleo centrale del film è costituito da un gruppo di bari che sorveglia un gruppo di bari che a sua volta sorveglia un altro gruppo di bari. Ho pensato che questa fosse semplicemente una situazione meravigliosa, in cui nessuno può fidarsi di nessuno. […] Mentre lavoravamo al montaggio la struttura del film cambiò moltissimo. E questo è stato il momento in cui Thelma ha dato il suo contributo maggiore, perché è stata capace di guardare il girato e sapersi prendere carico degli elementi che stavano a metà tra la fiction e un approccio più documentaristico. […] Per quanto riguarda lo stile visivo del film, volevo che fosse uno spettacolo fantasmagorico di luci e movimenti di camera come un vortice irrefrenabile. Carte, luci, soldi, soldi, soldi, ma niente sesso; l’unica cosa che conta è il potere. Robert Richardson, il direttore della fotografia, mi ha dato esattamente l’effetto che volevo in termini d’illuminazione: le ombre sui visi della gente, le silhouette, quelle mani che brillano; per i costumi, ci siamo ispirati al guardaroba di Lefty Rosenthal – che ha ispirato il personaggio interpretato da De Niro –, che era ancora più folle di quello del film. L’idea di usare la colonna sonora di un altro film mi è venuta da Truffaut, che usava vecchie partiture scritte da Georges Delerue; non volevo della musica classica, dato che c’è già Bach all’inizio e alla fine

del film. E non volevo una partitura che fosse in contrasto con la musica leggera che si sente nel film. Volevo conservare lo spirito degli anni Settanta […]. Quando ho detto a Robbie Robertson che stavo usando colonne sonore di altri film, mi ha fatto ascoltare la musica del Disprezzo, e mi è sembrata perfetta. Adoro Il disprezzo, i suoi colori, l’impiego del Cinemascope. E anche il soggetto: questa coppia che si lacera, la

donna che se ne va con il produttore. E la magnifica tristezza di tutto ciò. Se lo spettatore ha presente il film di Godard, capirà che l’uso di quella musica è un piccolo omaggio.



Martin Scorsese


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Serata promossa da Ciicai

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Versione originale in inglese con sottotitoli in italiano

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