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“Primo capitolo della più solida saga prodotta dal new american cinema, estranea rispetto allo spirito del tempo per il suo extrabudget e il suo respiro kolossal. Complice della portentosa macchina narrativa congegnata da Mario Puzo, Coppola evoca una versione ambigua e romantica della mafia italoamericana, la mitizzazione amorale della Famiglia d’un tempo che fu. Una delle più pure tragedie messe in scena dal cinema moderno, storia di padri e figli, di controverse eredità del crimine, di offerte (e ricatti, e destini) che non si possono rifiutare” (Paola Cristalli). Le celebri musiche di Rota non ottennero l’Oscar (che arriverà per il secondo capitolo della saga) poiché il compositore aveva riadattato un suo stesso tema usato per il film di De Filippo Fortunella.