
Fondo Mino Doletti
La storia
Nel 1938, fonda “Film – Settimanale di cinematografo, teatro e radio” che diviene in poco tempo la rivista più popolare del settore. Per “sottrarre il giornalismo cinematografico all’improvvisazione e all’anonimato”, coinvolge le più importanti firme dell’ambiente culturale (Indro Montanelli, Alberto Moravia, Cesare Zavattini), proponendo vivaci articoli di critica, approfondimenti e servizi fotografici.
Doletti inizia la sua carriera nel 1926, come corrispondente da Hollywood per “Il Resto del Carlino”; collabora con il periodico “Il Pavaglione” di cui, nel 1931, diventa redattore capo e scrive per “La Stampa” dal 1928 al 1944.
In veste di direttore di “Film”, Mino Doletti intrattenne forti relazioni con la Germania nazista e la Reichsfilmkammer, soprattutto per la fornitura di materiali propagandistici e per l’organizzazione di viaggi di scambio culturale. Nel 1943, aderisce entusiasticamente alla neonata Repubblica di Salò di cui “Film” diviene l’organo di comunicazione cinematografica ufficiale.
Con la definitiva caduta del regime fascista, il giornalista venne sollevato dall’incarico e nel 1946, dalle ceneri di “Film”, nacque il periodico “Film d’oggi”, sopravvissuto fino al 1957. Negli anni Sessanta, Mino Doletti ricopre il ruolo di critico televisivo per il quotidiano romano “Il Tempo”, attività che lo impegna fino a pochi mesi prima della morte, sopraggiunta il 16 maggio 1987.
Il Fondo
Il fondo è costituito per la maggior parte da corrispondenza professionale (circa 20.000 unità) che Mino Doletti e Paola Ojetti, giornalista e segretaria di redazione della rivista, intrattengono con i numerosi collaboratori e collaboratrici tra il 1926 e il 1965.
Organizzata al suo interno in ordine alfabetico e tematico, è suddivisa cronologicamente in tre macro serie che coprono l’arco temporale completo di attività del periodico; la prima, dagli anni Venti agli anni Quaranta, la seconda dal 1943 al 1945 (gli anni della Repubblica Sociale Italiana) e la terza, dal 1946 alla metà degli anni Sessanta.
Da segnalare la presenza di 150 disegni e bozzetti originali di caricaturisti dell’epoca, tra cui Alvaro Corghi, Michele Majorana e Umberto Onorato, anch’essi collaboratori del settimanale.
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