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Quando uscì Totò che visse due volte – colpito da censura e assurto al rango di film maledetto – Enzo Siciliano si chiese se Ciprì e Maresco andavano considerati gli innovatori oppure i becchini della storia del cinema italiano.
Anche dopo la separazione dal compagno ‘cinico’ Ciprì, Maresco ha mantenuto questa fertile ambiguità. Flirtando con l’apocalisse – anche in senso biblico e religioso – l’autore siciliano ha creato una filmografia imprendibile, rivoltosa, dispari, scomoda, sospesa tra vita e morte. Ogni volta mettendo in gioco anche il suo ruolo di narratore (in un labirinto di vero e di falso), ha usato i contenitori del documentario e della finzione senza rispettarne alcun dettato, svuotandoli dei cliché e riempiendoli della sua Italia surreale, comica e mistica, fatta di freak e di santi spesso intercambiabili.
(Italia/2003) di Daniele Ciprì e Franco Maresco (95′)
(Italia/2025) di Franco Maresco (100′)
(Italia/1999) di Daniele Ciprì e Franco Maresco (60′)
(Italia/2019) di Franco Maresco (98′)
(Italia/2014) di Franco Maresco (95′)
(Italia/1998) di Daniele Ciprì e Franco Maresco (95′)
(Italia/2021) di Franco Maresco (144′)