Descrizione
Perché alcuni dei maggiori cineasti italiani sono emiliano-romagnoli? E perché molti dei momenti più innovativi della storia del cinema italiano sono avvenuti nella nostra regione?
In occasione di Expo 2015 la Cineteca di Bologna ha scelto di raccontare la fertilità cinematografica di queste terre. La mostra, pensata in funzione dello spazio storico della Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, si articola in un doppio percorso. All’esterno, un dialogo aperto tra pellicole, testi e testimonianze, permetterà ai visitatori di rileggere la grande storia del cinema italiano da una prospettiva emiliano-romagnola, evidenziando l’affinità elettiva che da sempre lega il cinema con la nostra regione. Il pubblico potrà così riscoprire, o incontrare per la prima volta, film di autori come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Florestano Vancini, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati e Giorgio Diritti.
Il percorso interno tenta invece in maniera più suggestiva di interrogarsi sulle ragioni di questa straordinaria fioritura. Muovendo dalle idee e dagli spunti seminati da Renzo Renzi nell’articolo che dà il titolo alla mostra, un gioco di rimandi tra film, testi e fotografie punterà l’attenzione su un retroterra culturale, geografico e sociale unico, che ha fatto dell’Emilia-Romagna una regione a naturale vocazione cinematografica.
L’esposizione ha un suo prolungamento ideale all’interno delle stazioni ferroviarie di dieci città e cittadine sparse su tutto il territorio. Le stazioni della regione sono spesso state set reali o immaginari di memorabili pellicole: da Estate violenta (Bologna) a La ragazza con la valigia (Parma), da I vitelloni (Rimini) a Il giardino dei Finzi-Contini (Ferrara). Attraverso approfondimenti sui più importanti film girati nelle varie città, i viaggiatori più curiosi potranno così scoprire la straordinaria storia del cinema in Emilia-Romagna.
Promossa da Fondazione Cineteca di Bologna, con il sostegno di Regione Emilia Romagna.
Con la partecipazione di Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni, Cento Stazioni, RFI