Descrizione
Ritratti di attori, registi, scrittori e fotografie scattate sui set cinematografici raccontano il rapporto tra Mario Dondero e la comunità del cinema.
144 fotografie attraverso le quali Dondero costruisce un rapporto, spesso empatico, affettivo e di amicizia, con il soggetto fotografato e si abbandona al piacere dell’incontro: il ritratto di Jean Seberg, come quello di Agnès Varda o di Pier Paolo Pasolini, non sono semplici atti contemplativi, ma la ricerca di una comunanza di sentimenti e somiglianza di idee e passioni.
Gli incontri con gli uomini e le donne del cinema avvengono casualmente (par hasard) a Roma o a Parigi e Dondero sente la necessità di fotografarli proprio come fa con i medici dei paesi in guerra, con gli operai e i contadini di tutto il mondo. Il ritratto o la foto di scena non sono mai un fine, ma un mezzo. Un atto di generosità corrisposto in cui i soggetti ritratti abbassano inevitabilmente la guardia e si rivelano.
“Vedere nascere un film – dice Mario – è come seguire la vita di una comunità provvisoria. C’è l’impegno che anima queste persone, c’è la paura di fallire, c’è molta passione.”