Amir Naderi sarà al Cinema Modernissimo per incontrare il pubblico in occasione della retrospettiva Amir Naderi, tra sogno e realtà che la Cineteca di Bologna dedica al regista iraniano. Lunedì 17 febbraio, alle ore 18, Naderi terrà una masterclass a margine della proiezione del suo film del 2011 Cut. Martedì 18 febbraio, alle ore 20, introdurrà la proiezione di Manhattan by Numbers (1993). La rassegna Amir Naderi, tra sogno e realtà proseguirà al Modernissimo mercoledì 19 febbraio alle ore 16 con Harmonica (1974) e giovedì 20 febbraio alle ore 18 con Il corridore – The Runner (1984). Già domenica 16 febbraio, alle ore 20, Naderi sarà al MAST.Auditorium per la proiezione dei suoi mediometraggi Experience (1973) e Waiting (1974).
“È uno dei maestri della nouvelle vague iraniana”, ha scritto Ehsan Khoshbakht. “Amir Naderi esordisce come regista nei primi anni Settanta con alcuni drammi urbani e polizieschi che gli danno subito notorietà ma che lo lasciano artisticamente insoddisfatto. Segue un periodo estremamente creativo presso Kanoon, l’istituto iraniano per la produzione di beni culturali per bambini e ragazzi, dove condivide l’ufficio con Abbas Kiarostami. Racconta storie impressionistiche di repressione e ribellione, quasi sempre ispirate alla sua vita nel sud dell’Iran, rifuggendo dalle narrazioni convenzionali in favore di una forma innovativa basata sulla ripetizione e sul movimento. Il riconoscimento internazionale per il suo capolavoro autobiografico, Il corridore – The Runner, dà avvio, tra anni Ottanta e Novanta, a una stagione di grande successo per il cinema iraniano. A fine anni Ottanta, decide di lasciare il suo paese e si trasferisce a New York, città a cui dedica una trilogia. Da allora, spostandosi anche in Giappone (dove gira il suo film più cinefilo) e in Europa ha proseguito il suo cinema sospeso tra realismo, sperimentazione e poesia”.
—————————————
Amir Naderi, tra sogno e realtà
Cinema Modernissimo
Dal 17 al 20 febbraio
Lunedì 17 febbraio, ore 18
Masterclass di Amir Naderi
a seguire
CUT (Giappone/2011) di Amir Naderi (133’)
Dopo cinque regie negli Stati Uniti, Naderi gira in Giappone (e in giapponese) un film sul potere salvifico della cinefilia. Un giovane regista idealista (ispirato a John Cassavetes) scopre che il fratello è stato ucciso dagli yakuza per un debito contratto per finanziargli i film. Accetta di ripagare il dovuto facendosi pestare dai criminali, sorretto dalla fede incrollabile per il cinema. Un “bellissimo, dark, militante, cinefilo e sconvolgente poema bellico” (Roberto Silvestri), una folle dichiarazione d’amore per i maestri nipponici e la settima arte tutta.
Martedì 18 febbraio, ore 20
Introduce Amir Naderi
MANHATTAN BY NUMBERS (USA/1993) di Amir Naderi (110’)
Per trovare il denaro con cui pagare gli affitti arretrati, un giornalista disoccupato attraversa Manhattan per chiedere aiuto ad amici e conoscenti. Primo film americano di Naderi, che apre una trilogia dedicata a New York, è un viaggio spaziale ed esistenziale alla scoperta di una città dove la miseria dilaga.
Mercoledì 19 febbraio, ore 16
HARMONICA (Iran/1974) di Amir Naderi (75’)
Un ragazzo è innamorato di una bella armonica arrivata dal Giappone, di proprietà di un suo amico, e sembra disposto a fare qualsiasi cosa per averla. Metafora politica sullo sfruttamento, feroce racconto della crudeltà infantile e straordinario film sull’ossessione, Harmonica ha una fotografia tra le più belle che abbiano mai illuminato la soleggiata costa meridionale dell’Iran. L’armonica che muove le passioni del gruppo di ragazzini è un surrogato dell’infatuazione infantile di Naderi per un altro oggetto occidentale: il cinema.
Giovedì 20 febbraio, ore 18
IL CORRIDORE – THE RUNNER (Davandeh, Iran/1984) di Amir Naderi (87’)
“Il capolavoro autobiografico di Naderi – storia di un ragazzino orfano che cerca di migliorare la sua vita imparando a leggere – fu il primo film dell’Iran postrivoluzionario a varcare i confini nazionali, segnando l’inizio della grande stagione del cinema iraniano fra anni Ottanta e Novanta. Magnificamente montato dal pioniere della new wave iraniana Bahram Beyzaie, risulta a un tempo aperto, come i paesaggi del Golfo Persico che ne fanno da cornice, e astratto, come la lotta del protagonista per comprendere e conquistare un mondo indifferente e ostile”. (Ehsan Khoshbakht)