Primo maggio
Giovedì 1° maggio
Cinema Modernissimo
ore 10.30
FANTOZZI (Italia/1975) di Luciano Salce (108’)
“Fantozzi è un curiosissimo combattente. È il più grande perditore di tutti i tempi. Si è adattato a tutto e ha incassato tutto continuando a galleggiare e a sorridere. È stata vittima ma non ne è uscito sconfitto”. Così descrive la sua creatura Paolo Villaggio: guidato con mano ferma dalla graffiante regia di Luciano Salce, reinventa il mondo impiegatizio in forme satiriche e paradossali, con un gusto surreale e grottesco che sembra guardare a certi personaggi umiliati e offesi di Gogol’ e di Čechov, così come allo spirito slapstick dei Looney Tunes.
ore 16
TEMPI MODERNI (Modern Times, USA/1936) di Charlie Chaplin (87’)
Uno dei vertici dell’arte di Chaplin, insuperabile per felicità delle invenzioni comiche, rigore stilistico e profondità del pensiero sociale. È l’ultima apparizione del Vagabondo: Charlot che avvita bulloni in accelerazione convulsa, a cavalcioni di giganteschi ingranaggi, alienato, disoccupato, sfruttato, anche innamorato e infine sulla strada verso un futuro incerto, ma non più solitario. Un grande film sulla dannazione della modernità, sul fascino ambiguo della meccanizzazione, sullo sfruttamento sociale alla base dell’etica capitalista.
ore 18
MANODOPERA (INTERDIT AUX CHIENS ET AUX ITALIENS) (Francia-Belgio-Italia-Portogallo-Svizzera/2022) di Alain Ughetto (70’)
Piemonte, inizi del Novecento. La speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in Francia. Il regista ripercorre oggi la storia familiare in un dialogo affettuoso con il pupazzo di nonna Cesira, che con il suo racconto fresco e poetico della vita sofferta e romanzesca degli emigranti di ogni tempo avvolge lo spettatore in un incanto a passo uno. Con le musiche originali di Nicola Piovani.
ore 20
IO, DANIEL BLAKE (I, Daniel Blake, Francia/2016) di Ken Loach e Laura Obiols (100’)
L’irriducibile “Ken il rosso” ritrova i temi cari del lavoro, della dignità e dei diritti violati, dello sgretolamento del welfare sotto il tallone neoliberista. Naufraghi nell’oceano della burocrazia dell’assistenzialismo, Daniel, carpentiere cardiopatico costretto a lasciare il lavoro, e Katie, madre single indigente, tentano di unire le forze, di farsi famiglia. Come spesso in Loach in sottile equilibrio tra dramma e commedia, sorriso e disperazione, questo film ci assorbe, e la formidabile energia del protagonista ci contagia. Palma d’Oro a Cannes 2016.
ore 22
THE SUBSTANCE (GB/2024) di Coralie Fargeat (141’)
Spinta a forza sul viale del tramonto, un’ex star del cinema, icona del fitness tv, prova “the substance”, un siero che promette una versione migliore di sé (ergo: più giovane e bella). Così Demi Moore dà vita a Margaret Qualley, ma la strada del successo è lastricata di corpi e sangue. Fargeat convoca l’immaginario del body horror (da Cronenberg a Lynch passando per Carrie) ribaltandolo in chiave femminista.